venerdì 28 dicembre 2012

Davvero Instangram trarrà profitto dalle nostre foto?

Tutti conoscete il noto servizio di condivisione immagini per smartphone che qualche mese fa è stato acquisito da Facebook.

Inizialmente la fusione è stata totalmente trasparente agli utenti fino al 17 dicembre, giorno in cui è stato modificato il contratto di servizio con annesse condizioni d’uso.

Queste sono 2 e sono particolarmente importanti per gli appassionati del servizio:
  1. i dati di Instagram saranno condivisi con Facebook;
  2. le foto caricate sul proprio profilo potranno essere vendute senza compenso nè autorizzazione dall’utente.
Il primo punto potrebbe essere visto anche come un vataggio e poi la maggior parte di utenti instangram provengono da Facebook. Per tutti gli altri, che possiedono solo un'account instangram, Facebook sarà in grado di costruire un profilo, a partire dalle informazioni rilasciate su instangram, e sarà interessante capire in quale misura si entrerà a far parte di Facebook anche contro la proprio volontà.

Il secondo punto probabilmente ha già suscitato l'ira del lettore. Se prima l'utente garantiva ad Instangram una “licenza limitata” se acceterà le nuove condizioni dovrà garantire una “licenza trasferibile e sub-licenziabile” senza che venga riconosciuto nessun compenso all'utente nel caso in cui Facebook riesca ad ottenere profitto.

Sicuramente un modo per monetizzare con questa app Facebook lo deve trovare, un modo sono le pubblicità che, probabilmente, compariranno a breve accanto ai nostri instangram. In generale le domande che sorgono spontanee sono come fa Facebook a vendere tutte queste immagini a un'agenzia pubblicitaria con tutti i problemi che questo comporterebbe? Chi comprerebbe un'immagine che è si in Instagram ma che può detenere altri diritti con il rischio di cause milionarie? Altra domanda è quale ruolo giocherebbe il codice internazionale del diritto d'autore nella partita? Oltretutto la maggior parte delle foto presenti su instangram non hanno un valore commerciale per cui alla maggior parte degli utenti non si presenta nemmeno il problema.

In una nota Instagram conferma sostanzialmente quanto gia' detto. Le ire degli instagrammer non sono mancate ed è arrivata una bella denuncia collettiva seguita dallo studio legale Finkelstein e Krinsk di San Diego

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